Guida alla mappa tattile del Parco Mongiardino


PARCO MONGIARDINO

La mappa rappresenta il parco Mongiardino sito in val Borbera, in provincia di Alessandria. La valle è circondata da alte montagne, che la rendono un luogo isolato dalle vallate circostanti, poco toccato dall’industrializzazione e quindi con una natura ben conservata. Il parco si estende per 14 ettari a 500 metri sul livello del mare e offre natura, attività all’aperto, un percorso sensoriale da percorrere a piedi nudi lungo il quale è possibile ammirare le opere di land-art e vi si organizzano eventi di vario genere.

Segni convenzionali

Abbiamo realizzato la mappa utilizzando una serie di segni convenzionali che, per motivi di spazio, solo in parte sono stati riportati sulla mappa stessa.

Eccone allora l’elenco completo che vi permetterà di fare la vostra esplorazione:

i vuoti (verdi) sono prati;
le striscie punteggiate (azzurre) sono corsi d’acqua;
le linee doppie (grigio chiaro) sono strade asfaltate;
le linee più sottili grigie sono i sentieri;

Seguono i segni indicati anche nella legenda riportata sulla mappa:

le linee semplici grosse ( arancione) sono i sentieri del percorso consigliato (v.legenda “cons”);
la linea punteggiata (in rosso) è il percorso a piedi nudi (v.legenda p. nudi)

Tutti i segnalini dei punti di particolare interesse sono gialli, come ad esempio il triangolino pieno – il grande albero;
il quadratino pieno – ristorante e bar;
quello vuoto – il luogo per seminari, corsi e meditazione;
la crocetta – lo spazio giochi per i bambini;
i tre pallini – lo spazio per picnic;
il cerchietto con pallino all’interno è l’area per i cavalli.

A zonzo nel parco

Disponete la mappa orizzontalmente con il titolo e le didascalie in nero e in braille a sinistra.

Ora, a differenza delle normali cartine, vi trovate il sud in alto e il nord verso di voi, quindi se la cosa vi confonde capovolgete la mappa.

Ad una prima esplorazione incapperete in un certo numero di linee piuttosto tortuose che disegnano una figura poco comprensibile. Se invece avete qualche ventesimo o addirittura decimo per guardarla, troverete lo stesso che si tratta di un disegno incomprensibile ma fortunatamente allietato da qualche macchia di colore: verde la gran parte e di diversi colori le linee tortuose.

La verità è che questa non è una figura, ma la mappa di un parco e le linee sono i sentieri più o meno facili che lo attraversano.

Dall’intrico però si differenziano nettamente le due strisce punteggiate e piuttosto dritte: una in basso (nord), verso di voi, e una leggermente arcuata un po’ più a destra della legenda.

E allora partiamo da qui.

Basta infatti spostarsi un po’ a destra delle scritte e troviamo una linea leggermente arcuata (grigio chiaro) che delimita tutto il lato est del parco. È una linea doppia, cioè una strada asfaltata, proprio quella che porta al paese di Mongiardino Ligure. Di fianco le scorre il fiume Sisola che distinguete bene perché ha tutto il letto punteggiato e azzurro tra le due linee che fanno da rive.

Trovate un’altra strada che costeggia un corso d’acqua rappresentati alla stessa maniera?

Non sarà difficile! Sono quelle che abbiamo già citato e che si trovano sul lato lungo più vicino a voi: il fiume è il Torbora e la strada è quella per Borassi.

C’è una terza strada asfaltata tracciata con la linea doppia. Fa praticamente una esse all’angolo destro in alto: sono tornanti.

Basta con le strade, altrimenti che parco è!

Una divertente esperienza che il parco propone è quella di camminare a piedi nudi. C’è un percorso proprio dedicato a questo e curato in modo da non ferire i nostri piedini cittadini per niente abituati alle asperità del terreno. Il tragitto e anche disseminato di opere d’arte appositamente realizzate per godere e farsi godere all’aria aperta. Noi l’abbiamo segnato con una linea rossa punteggiata che trovate alla confluenza del fiume Torbora col Sisola. Seguitelo con le dita per ora, in attesa di provarlo da scalzi. È uno di quei percorsi che si definiscono ad “anello” perché restando sullo stesso sentiero tornate al punto di partenza, ma certo rotondo non è. Non vi sfugga che al suo interno si trovano tre pallini disposti a triangolo e una crocetta, entrambi gialli come tutti i punti d’interesse. Consultate senz’altro la legenda che trovate alla vostra sinistra e scoprite un po’ cosa rappresentano!

Fatto questo giro, rimettiamoci le scarpe e proviamo a seguire stavolta il percorso consigliato. Se è vero quel che dicono, lo si potrebbe percorrere in 20 minuti, quindi circa 1,5 km. Lo abbiamo rappresentato con la linea grossa arancione. Lasciamo gli amici a fare la siesta dopo il barbecue nell’area picnic e proprio vicino al pallino più a destra che la rappresenta imbocchiamo il sentiero. Non è un percorso lineare ma d’altra parte c’è chi dice che la linea retta è per chi ha fretta. Infatti piega subito verso l’alto, ci porta in prossimità del ristorante-bar (il quadratino pieno e giallo) e proprio a fianco c’è lo spazio dedicato alla meditazione o ai seminari (quadratino vuoto, sempre giallo.

Ma rinunciamo alle distrazioni e, ignorato un sentiero minore sulla sinistra, proseguiamo verso destra fino ad un bivio: un altro sentiero minore ci farebbe proseguire nella stessa direzione, ma il nostro vira decisamente verso l’alto e noi lo prendiamo. Serpeggia un po’ e poi ci ripensa: la direzione ovest, cioè verso destra, in fin dei conti non era male e così il sentiero la riprende. Ignoriamo un sentiero minore sulla destra che ci porterebbe ad un’area destinata ai cavalli (la trovate verso destra contrassegnata da un cerchietto giallo con un pallino al centro?) e ci avventuriamo in un tratto a forti anse: da destra torna a sinistra, poco più su, da sinistra torna a destra, un passettino ancora e da destra torna a sinistra e finalmente qualche passo più disteso verso l’alto.

Ecco che sulla sinistra del sentiero potete riposare un attimo sotto le fronde del grande albero, qui rappresentato da un triangolo pieno e giallo. Aggiriamo l’albero e lasciando perdere ben tre sentieri sulla destra, a lunghi passi ci dirigiamo verso est, cioè verso la sinistra della nostra mappa. Dopo il terzo sentiero minore ci volgiamo verso il basso a percorrere una nuova grande ansa che prima ci porta in basso, poi verso l’alto e infine di nuovo verso il basso e stavolta il fiume Sisola ci fa compagnia sulla destra perché scorre quasi parallelo a quest’ultimo tratto. Il sentiero consigliato finisce qui, confluendo in quello per gli scalzi, non lontano dall’area picnic da dove eravamo partiti. Io, fossi in voi, non calpesterei con le mie grosse pedule quel sentiero, ma supererei la poca distanza che vi separa dai vostri amici in siesta saltando attraverso il prato, qui rappresentato dal vuoto verde.